'Panikun e hapi vetë Rama duke dashur të sulmojë Syrin'

'Panikun e hapi vetë Rama duke dashur të sulmojë Syrin'

22:37, 23/09/2019
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Drejtori i Syri.net, Çim Peka, në një lidhje direkte me emisionin ‘Opinion’, ka dhënë detaje lidhur mbi shoqërimin e gazetarëve të Syri.net në Polici si edhe kërcënimet që u janë bërë atyre nga drejtuesit më të lartë të Policisë, Ardi Veliu dhe Tonin Vocaj. Peka e ka cilësuar sulmin si të orkestruar nga Rama, i cili në fakt sipas tij me publikimin e printscreanit të lajmit të Syrit krijoi edhe më shumë panik te qytetarët se sa vetë lajmi që u fshi në pak minuta nga faqja.

‘Në fakt ka ndodhur ajo që s’duhet të ndodhte.  E vërteta është që ky lajm është publikuar fillimisht në orën 15.00 edicionin kryesor të Top Channel ku sizmiologu grek ka dhënë intervistën. Me pas në darkë nga gazeta ‘Shekulli’ ka dalë lajmi që do të ketë një tërmet në orën 23.30.  Sigurisht që e hoqëm urgjent si lajm dhe kemi bërë përgënjeshtrimin duke kërkuar edhe ndjesën përkatëse. Lajmi ka qëndruar në faqe jo më shumë 3-5 minuta. Dhe çfarë ka ndodhur. Këtij lajmi i bëhet foto nga kryeministri dhe ky e shpërndan e shpërndan në faqen e tij në facebook. Pra panikun e ka shpërndarë Rama. Duke dashur të sulmojë Syrin, Rama  ka hapur me vetëdije panik. Unë lajmin e orës së tërmetit e kam parë edhe në portale të tjerë. Dalin tani edhe këto ministret dhe japin pretencën. Gazetari i Syri,net është mbajtur deri në orën 5.00 të mëngjesit në polici nga Ardi Veliu dhe Tonin Vocja dhe i janë sekuestruar të gjitha telefonat. Po kështu kanë kërcënuar edhe kryeredaktorin e Syri.net. Thuaj që lajmin jua ka dhënë Çim Peka dhe ik në shtëpi’-tha gazetari Peka në Opinion.

 

 

© SYRI.net

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Komentet

Daj Jaku23/09/2019 23:29

Zoti Peka. Ky shkrim nuk është lajm i rremë. Kemi një kthesë 180 gradë nga parlamenti europian. La risoluzione del Parlamento europeo di giovedì scorso, 19 settembre, che ha sostanzialmente equiparato sul piano storico il nazismo al comunismo, possiede tutte le caratteristiche per diventare uno spartiacque politico-culturale decisivo per l’identità della stessa Unione Europea. Intanto perché è il Parlamento Europeo a essersi espresso su una questione di tale rilevanza, non una qualsiasi Commissione o un Tribunale con giurisdizione incerta. La risoluzione, votata da 535 deputati a favore, 66 contro e 52 astenuti, è un atto politico vero e proprio. A esprimersi a favore il gruppo del Ppe, di cui fa parte Forza Italia, il gruppo Identità e Democrazia a cui aderisce la Lega, il gruppo dei Conservatori e Riformisti di cui fa parte Fratelli d’Italia e anche quello dei Socialisti e Democratici di cui è membro il PD. I parlamentari italiani di tali gruppi presenti in aula ieri, risultano aver tutti votato a favore. Il che è confortante se non persino sorprendente. Ma cosa dice, in sintesi la risoluzione? Che, dopo Norimberga, «vi è ancora un’urgente necessità di sensibilizzare, effettuare valutazioni morali e condurre indagini giudiziarie in relazione ai crimini dello stalinismo» (era quel che cercò di fare la grande antropologa Germaine Tillion, incarcerata nel lager di Ravensbrück, dove perse la madre, raccogliendo per dieci anni dopo la fine della seconda guerra mondiale i documenti dei crimini nazisti ma anche quelli perpetrati nei gulag staliniani, come si può leggere nel volume che riunisce i suoi saggi specifici: Alla ricerca del vero e del giusto); che «l’integrazione europea è stata una risposta alle sofferenze inflitte da due guerre mondiali e dalla tirannia nazista, che ha portato all’Olocausto, e all’espansione dei regimi comunisti totalitari»; che il «riconoscimento del retaggio europeo comune dei crimini commessi dalla dittatura comunista, nazista e di altro tipo, nonché la sensibilizzazione a tale riguardo, sono di vitale importanza per l’unità dell’Europa e dei suoi cittadini e per costruire la resilienza europea alle moderne minacce esterne». In questo modo la comoda distinzione tra “stalinismo” e “comunismo” non è più possibile. È quella distinzione infatti che ha consentito finora a tante forze politiche e culturali di lucrare su una presunta differenza morale e storica tra stalinismo e comunismo grazie alla quale si poteva, e si doveva, condannare il nazismo assolvendo il comunismo che nulla, secondo costoro, aveva a che fare con lo stalinismo. Nella risoluzione, invece, quasi sempre la parola “stalinismo” è accompagnata e usata insieme a “comunismo”. Ed entrambe sono altrettanto chiaramente accostate ai crimini commessi dal nazismo e dal fascismo e come tali da considerare, senza attenuanti o assoluzioni pregiudiziali. La risoluzione di fatto invita a proseguire il lavoro della memoria che è stato compiuto nei riguardi della Shoah e che ora deve allargarsi più decisamente alle vittime del comunismo. Il che è possibile fare proprio superando gli equivoci storici e morali, persistenti e reiterati, anche da molte personalità della cultura europea, relativi alle presunte differenze tra crimini nazisti e comunisti. È un lavoro storico culturale che avrà bisogno di tanto impegno e tante risorse perché per troppo tempo molta parte della cultura europea si è adagiata nella convinzione che non si potessero nemmeno accostare i crimini nazisti a quelli comunisti, equiparare lager gulag e foibe. Un atteggiamento in molti casi frutto di convenienze accademiche dovute al potere culturale che in diversi paesi europei esercitavano i partiti comunisti. Certo la risoluzione, richiamando anche la Russia ai suoi doveri di democrazia, e quindi a fare la sua parte per ciò che riguarda il riconoscimento delle responsabilità del comunismo e la necessità del superamento dei suoi residui nelle istituzioni e nella politica, si proietta in avanti, verso la necessità di uno sguardo storico comune dell’Europa a ciò che ora la unisce, nel superamento di quanto l’ha divisa in maniera sanguinosa e tragica per quasi tutto il Novecento. E quel che la unisce è certamente il rifiuto dei totalitarismi nelle diverse forme storiche in cui si sono presentati e nell’evitare che si ripropongano, nella convinzione e nell’auspicio, però ancora tutto da realizzare, che non se ne riproducano di nuovi e di incogniti.

Askushi23/09/2019 23:18

Koha e deshmitareve po rikthehet......gangesteri Rama eshte me shume i rrezikshem sa munde te mendohet...dite te zeza per shqiperine...

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